Racconto a cura della Classe 1°B di Scigliati – I.C. Carducci – Capaccio Capoluogo
La storia è vera e vuole ricostruire la vita e l’opera di una splendida madre ed operaia straordinaria che lascerà a noi tutti grandi insegnamenti!
Elisabetta, chiamata da tutti affettuosamente Lisa, è volata in cielo nel 2021, all’età di 92 anni. Lei era nata nel 1929 e il figlio, il prof. Luciano Vessicchio, intervistato da un gruppetto di alunni della classe 1° B di Scigliati ne ricorderà con affetto il suo ruolo di ex-tabacchina.
Ella con il sorriso e tanta buona volontà senza mai mostrare segni di stanchezza, si alzava presto, di buon mattino e prendeva il treno da Agropoli e si fermava alla stazione di Paestum. Da lì insieme alle sue amiche Marianna e Peppina andavano a piedi al tabacchificio di Cafasso… sotto il sole e la pioggia, il vento e il freddo, pronte per affrontare una nuova giornata e dare il meglio di sé.
Elisa dava sempre il meglio di sé, lavorava instancabilmente per otto ore. La sua avventura lavorativa ebbe inizio nell’anno ’46 ed ebbe fine nell’anno 61 a seguito di una maternità. Per 15 anni ebbe modo di lavorare. Fu assunta, inizialmente come operaia, che selezionava il tabacco che poi doveva essere riposto nelle cassette.
Ella era così in gamba e volenterosa che fu ben presto premiata dal suo superiore, l’amabile dott. Sica, che le diede il ruolo di caposquadra, dove doveva coordinare le varie fasi della lavorazione del tabacco. Con grande umiltà, pazienza e volontà eseguì magistralmente il compito che le fu assegnato e quando arrivavano le neo assunte, giovani e inesperte, Lisa insieme alle sue care compagne lavoravano il doppio per dare modo e tempo alle nuove di capire bene il loro lavoro senza rallentarne la produzione. Un atto di gentilezza e amore verso il suo prossimo che ne facevano di lei una persona amata da tutti e soprattutto dai suoi superiori che ne vedevano un esempio non solo di laboriosità ma di grande umanità. Un giorno, del freddo inverno dell’anno 56, Lisa andò al lavoro, nonostante i decimi di febbre, non voleva venir meno al suo dovere, un impegno che aveva assunto con grande senso di responsabilità. Il padrone che la vide, pallida e stanca la fece ristorare vicino a un piccolo camino che si trovava all’interno della struttura, chiedendo poi alla moglie di portare una tazza di latte caldo per una sua grande operaia.
Lisa si sentì imbarazzata, ma la gentilezza dei suoi padroni la rincuorarono e si sentì già meglio. Lei e le sue compagne erano trattate bene, il lavoro non era una passeggiata, l’odore acre del tabacco, le foglie appiccicose da pulire, essiccare e riporre nei cassetti non leggerissimi a lungo andare potevano stancare…
Lei era instancabile e quando poteva fare una gentilezza faceva sempre un passo in avanti. Un giorno seppe che c’era la possibilità per le donne che avessero bambini molto piccoli di avere un regalino per la Befana offerto dal tabacchificio. Appena le si presentò l’occasione aiutò non solo una povera ragazza in difficoltà, di nome Carmela che non sapeva come richiederlo e grazie al suo intervento l’ottenne in poco tempo, ma fece in modo che anche il suo fratellino Paris potesse godere di quel beneficio.
La gioia del piccolo Paris, di tre anni che aveva ricevuto un bel trenino le diede la carica per continuare a lavorare con più forza ed entusiasmo. Il momento del pranzo era diventato un rituale al quale nessuna tabacchina vi rinunciava. La pausa pranzo si aggirava intorno a una mezz’oretta. Ognuna portava quello che aveva… del pane, della salsiccia, delle verdure, dei taralli, un po’ di formaggio e della frutta di stagione e condividevano quello che avevano portato, se qualcuna nella fretta avesse dimenticato il proprio pranzo, Lisa trovava subito il modo per reperirlo e quando non vi riusciva rinunciava al proprio ma senza farsene accorgere con delicatezza e riservatezza. Passò il tempo velocemente…Lisa si sposò e dopo poco tempo ebbe la gioia di diventare madre.
Aveva donato 15 anni della sua vita al Tabacchificio ma poi dovette fare una scelta non semplice ma dettata dal cuore.
Con un nodo alla gola, dovette rinunciare al suo lavoro e salutare le sue compagne che erano diventate per lei delle sorelle.
Con determinazione decise di aprire un nuovo capitolo della sua vita e di donarsi totalmente al suo bambino e alla sua famiglia.
E così fece, diventando una madre amorevole e inimitabile che ogni giorno si è sforzata nel cercare di far sorridere gli occhi e il cuore dei suoi figli!
Grazie Lisa, ci sei riuscita!