Rosa Sabia, tabacchina

Intervista a cura della Classe 1°B – Scigliati I.C. Carducci Capaccio – Dicembre 2023

Come si chiama?

Mi chiamo Rosa Sabia

OK e quanti anni ha?

Ho 94 anni, sono nata nel 1929.

Intervistatore: Che lavoro ha fatto?

Lavoravo come tabacchina a Cafasso

Quanti anni aveva quando ha iniziato a lavorare al tabacchificio?

Avevo 24 anni, ho iniziato a lavorare nel 1953, per oltre quindicina di anni. Ricordo che mi alzavo presto al mattino, adagiavo il mio bambino Cosimo di tre anni in una cassetta che attaccavo alla mia bicicletta e poi serena e tranquilla andavo a lavorare con il sorriso sulla bocca…mi sentivo meglio!

Qual era la sua mansione?

ero infilzatrice, infilzavo le foglie di tabacco e poi passavo alla fase successiva quella dell’imbottitura.

Intervistatore: Le piaceva il suo lavoro?

Si mi piaceva, ma non era semplice spesso dovevo stare inginocchiata quando c’era la fase dell’imbottitura. Io lavoravo con grande serietà e se qualche volta le mie compagne litigavano per avere un posto migliore io mettevo pace e alla fine il mio caporeparto mi fece i complimenti e non scorderò le sue parole: “Rosa tu sei sempre vestita di grande dignità, sii orgogliosa di quello che sei”

Intervistatore: Si ricorda qualche compagna?

Si, Nella. Aveva 22 anni quando ha iniziato a lavorare lì e lei divenne mia cognata ed è rimasta a lavorare lì per addirittura trent’anni dall’anno 56 all’anno 86.

Intervistatore: E lei aiutava Nella?

Certo, aiutavo lei e le altre compagne nel caso fossero in difficoltà. Stavamo bene insieme!

Intervistatore: Quante ore al giorno lavoravate?

Lavoravamo 8 ore al giorno.

Come venivate trattate a quei tempi in qualità di donne?

Rispetto alle altre donne, venivamo trattate bene, come degli esseri umani, ovviamente a quei tempi non come gli uomini, ma stavamo bene. C’era un clima di serenità e di collaborazione, ci aiutavamo tutte nei momenti del bisogno. C’era lo spirito di squadra quello che dovrebbe esserci oggi, ma non sempre c’è!

Intervistatore: E signora, cosa ricorda del suo lavoro?

Ricordo la stanchezza, la dolcezza e simpatia delle mie compagne, la condivisione del pranzo, la gentilezza dei miei padroni e la felicità che provavo quando tornavo a casa, e rivedevo i miei figli.

Intervistatore: Ha nostalgia di quei tempi?

Si perché dopo aver lasciato il lavoro non ho più rivisto altre care compagne che porto nel mio cuore e mi mancano quei momenti di dolcezza che ho vissuto con loro.

Intervistatore: Se dovesse dare un consiglio ai giovani cosa direbbe?

Ai giovani direi di essere sempre educati, l’educazione e il rispetto sono due belle carte da giocare nella vita!

Intervistatore: Perfetto, grazie mille signora Rosa!